Consiste nel mettere a disposizione il vostro mestiere o la vostra attitudine: siete un medico? Una visita! Una cantante? Un seminario! Un meccanico? La revisione dell'autobus! Non mancheremo di contraccambiare...*

Consiste nel decidere di essere padrone delle proprie azioni, inventando una personale forma di AZIONE. E noi non mancheremo di contraccambiare...*

Consiste nel darci la possibilità di utilizzare un vostro "posto": che sia sala prove o casa o parcheggio autobus o magazzino o tutto questo insieme, avete la possibilità di ospitare Zeroteatro per un certo periodo di tempo (o per sempre se ci amate tanto) e come al solito non mancheremo di contraccambiare...*

Consiste nel fornirci direttamente di derrate alimentari, materiali scenografici, costumi, pezzi d'autobus o tutto quello pensate ci possa servire. Anche in questo caso non mancheremo di contraccambiare...*

È l'azione più consueta ma, non per questo meno nobile, e consiste in una donazione in denaro per finanziare le azioni di zeroteatro, i suoi progetti (in particolare quelli a voi cari) e l'attitudine al nomadismo. Al di là dell'otto x 1000, in questo modo si esce dall'anonimo contributo... e noi non mancheremo di contraccambiare...*

*Cosa significa diventare un azionista di zeroteatro?

Dopo aver scelto il tipo di azione e aver concordato come darle seguito, si diviene a tutti gli effetti azionisti di zeroteatro. questo da l'occasione di essere sempre informati dei progetti sia in corso che quelli che stanno in cantiere;
poter esprimere un proprio parere al riguardo;
essere prontamente invitati, qualora il progetto preveda la partecipazione di persone esterne;
potersi avvalere delle competenze di zeroteatro per qualsiasi tipo di consulenza;
essere possibili partner per attività che abbiano ambiti di convergenza progettuale;
chiedere interventi diretti;

AZIONI/ACTIONS

# un teatro d'azione (Giorgio Degasperi)
# nutrimento reciproco (Caterina Palmucci)
# secchi d'acqua (Alessandro Lucci)
# bagaglio invisibile (Anna Lisa Cantelmi)
# a vele spiegate (Luce Prola)