# un teatro d'azione (Giorgio Degasperi)
# secchi d'acqua (Alessandro Lucci)
# bagaglio invisibile (Anna Lisa Cantelmi)
# a vele spiegate (Luce Prola)

 

 

 

 

 

 

# nutrimento reciproco

 

di caterina palmucci

 

 

Cari, nel testo che segue parlo spesso di noi...ma mi preme sottolineare che ciò corrisponde a quello che la sottoscritta visceralmente sente quando parla di Zeroteatro.....

Zeroteatro ha compiuto dieci anni. Metaforicamente siamo all'alba dell'adolescenza, periodo in cui la sensazione di appartenere alla famiglia svanisce e nasce la coscienza che si è un singolo essere umano. Dopo questi dieci anni di progetto ci siamo resi conto che il teatro è il mezzo che abbiamo scelto per conoscere, per incontrare, l'essere umano. Sia esso italianobosniacobimboanzianomaschioriccoambasciatoremagazziniere .

Crediamo inoltre che la comunità sia un "ambiente" sano per tutte le persone, che contrasta il fenomeno in atto di disgregazione sociale. Il nostro è un progetto teatrale che vuol sostenere le comunità esistenti e tutti quei progetti ( culturali, sociali, artistici, di vita....) che ci corrispondono "idealmente" e, dove la comunità non c'è, proviamo almeno a crearne una, magari solo temporanea.

In questi ultimi anni della nostra "infanzia" abbiamo cominciato a staccarci dalla famiglia di appartenenza, l'Italia, con l'esigenza di conoscere   e sostenere quei luoghi dove sopravvivono forme di vita sociale comunitarie ancora forti, ma dove allo stesso tempo non ci sentiamo così culturalmente diversi. Sempre in questa ottica abbiamo intrapreso il viaggio verso l'Est Europa. Una scelta egoistica, forse, ma la cosa certa è che nei paesi "ricchi", non ritroviamo più uno stile di vita che ci corrisponde in questa fase del nostro percorso.

Vorremmo, inoltre, sempre più renderci indipendenti dal fenomeno del mercato capitalistico dell'arte in cui questa è trattata come una merce, domanda-offerta, marketing, arte per intenditori, ecc... sono queste dinamiche che non ci interessano. Continuiamo, infatti, a proporre la nostra arte come un'occasione di incontri, di scambi e di laboratorio, all'interno di uno "spazio" creativo collettivo, comunitario appunto.

Promuovere un rapporto sempre più fatto di relazioni implica anche un allontanamento dall'ottica univoca dello scambio prestazione = denaro e di accogliere altre proposte.

In altre parole: un nutrimento reciproco, alla pari.

Questo naturalmente sarà un passaggio graduale, ancora difficile da sostenere e attualmente in corso di sperimentazione. Fino ad oggi abbiamo incontrato molte realtà che ci domandano il nostro agire e che, non avendo mezzi economici, ci offrono in cambio ospitalità, assistenza tecnica, consulenze, materiali... Pensando a come poter continuare in questa direzione abbiamo deciso di scrivere questa lettera a tutte quelle persone che in qualche modo hanno incontrato il nostro progetto e a quelle che, in tutti questi anni, ci sono state molto vicine e ci hanno sostenuto e spesso domandato come potevano fare per dare un loro "nutrimento". Ora ci sentiamo abbastanza cresciuti per fare delle proposte concrete e   per questo abbiamo pensato alla Popolare Azione e..... giuringiurello..... garantiamo di non usare i nutrimenti ricevuti per comprarci un bel paio di Nike!

 

# un teatro d'azione (Giorgio Degasperi)
# secchi d'acqua (Alessandro Lucci)
# bagaglio invisibile (Anna Lisa Cantelmi)
# a vele spiegate (Luce Prola)