# un teatro d'azione (Giorgio Degasperi)
# nutrimento reciproco (Caterina Palmucci)
# secchi d'acqua (Alessandro Lucci)
# a vele spiegate (Luce Prola)

 

 

 

 

 

 

# bagaglio invisibile

 

di anna lisa cantelmi

 

 

Per quindici anni   ho seguito un percorso il cui orizzonte principale era la cura con le erbe, l'etnomedicina e i rituali di guarigione. Spesso questo orizzonte si incontrava con il teatro rituale di Zeroteatro.

Quando il primo giro di pista si è concluso, arrivata al traguardo, ho deciso di cambiare punto di osservazione, trasformare il traguardo in partenza quindi il teatro rituale in orizzonte che incontra la linea del rituale di guarigione. Così ho iniziato a fare come i medici scalzi della cultura cinese o forse come i medici di famiglia cubani. Mi sono cucita una piccola borsa da viaggio in cui ho messo i pochi rimedi, compagni di anni di esperienze e di queste ultime ho fatto il mio "bagaglio invisibile", ricominciando il giro di pista.

L'obiettivo del medico scalzo/di famiglia era quello del viaggio, più o meno continuo, verso quei piccoli villaggi o, ancora più, piccoli agglomerati che erano lontani dalle grandi città. Sicuramente non potevano usufruire della facilità di comunicare, della solidità del cemento, della rapidità dei mezzi di trasporto, delle "meraviglie" tecnologiche... vivevano in un regime di austerità e di semplice, seppur duro, quotidiano. Un quotidiano in cui il tempo aveva un "tempo" differente, ma soprattutto basato su quei ruoli sociali che costituivano una "gerarchia" garante per tutta la comunità .

Quando questo medico arrivava in una di queste comunità, quello che gli altri vedevano camminare sul sentiero verso il loro villaggio era un essere umano con una piccola borsa cucita a mano e una bisaccia. La cosa più difficile era capirsi sulle intenzioni e poi scoprire e condividere il grande "bagaglio invisibile", perché è con quello che si aprono tutte le porte, dell'accoglienza, dell'ospitalità, dello scambio e della sussistenza. Una volta arricchito e nutrito reciprocamente il "bagaglio invisibile" ognuno poteva continuare il proprio "cammino"..

Questa immagine del medico scalzo/di famiglia è molto vicina al mio modo di camminare e all'idea che la ricchezza ha contenitori differenti.

Con Zeroteatro la bisaccia è diventata "Giuditta" (un autobus di 11 metri) e i "rimedi" delle singole borse di ciascuno di noi si sono uniti diventando una grande borsona cucita a mano, il teatro! Ma quello che più ci interessa e il "bagaglio invisibile" delle esperienze. Come possiamo nutrirlo al meglio mantenendo la metafora del medico scalzo/di famiglia? Così è nata la popolar-azione o azionariato popolare. Cosa è una azione popolare? Un agire? Un inter...agire? Fare una azione? Prendere una azione? Fare una don...azione? Ospitalità? Baratto? Una indicazione della strada più sicura per arrivare ad un altro villaggio? Comunque l'idea è quella di arricchire reciprocamente il "bagaglio invisibile" e continuare il cammino...

 

 

# un teatro d'azione (Giorgio Degasperi)
# nutrimento reciproco (Caterina Palmucci)
# secchi d'acqua (Alessandro Lucci)
# a vele spiegate (Luce Prola)